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GENERI IL RACCONTO D’AVVENTURA
RAGAZZE CORAGGIOSE
Una bambina racconta...
In fondo alla grotta cominciava una galleria stretta e buia.
Ippolita c’era già stata una volta da sola, ma era scappata
subito via perché i pipistrelli le facevano impressione.
Io ne avevo visti due nel solaio della casa di mia nonna,
e non mi avevano fatto paura. Così dissi a Ippolita che
i pipistrelli di giorno dormono e bastava non svegliarli.
Poi la presi per mano e cominciai a tirarla nella galleria.
I muri erano umidi e c’era un forte odore di muffa.
I nostri passi sul terreno fangoso facevano “sciac sciac”.
Il cuore faceva “tututun tututun”.
All’improvviso sentii sulla faccia un tocco appiccicoso.
Un po’ impaurita, dissi: – Uh!
Ippolita si aggrappò a me e chiese: – Che cosa c’è?
Io risposi: – Ma niente. Una ragnatela.
Dopo pochi passi ci siamo trovate nel buio più fitto.
Per fortuna avevamo una torcia. La accesi, cercando di
tenerla bassa per non svegliare i pipistrelli.
C’era un gran silenzio! Poi mi fermai di nuovo.
Spiegai a Ippolita: – C’è un muro, non si può andare avanti.
Il muro però era basso. Abbiamo guardato insieme e siamo
rimaste senza fiato.
Al di là del muretto la galleria si allargava e formava una
stanza, tutta piena di acqua. L’acqua era ferma e nera.
Ippolita chiese: – Dici che è profonda?
Io risposi: – Credo di no, ma i piedi dentro non li metto!
Ippolita aggiunse: – Ci vorrebbero gli stivaloni di gomma.
Io esclamai: – Ottimo! Torniamo domani, con gli stivaloni!
In pochissimo tempo siamo uscite dalla galleria.
Beatrice Solinas Donghi, Quell’estate al castello, Edizioni E. Elle
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