Page 90 - GUIDA AL TESTO4_nuovo LA VOCE DELLA TERRA_SCIENZE-TECNO
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PROGETTO STEM
Perché le STEM: domande e risposte
Undici progetti che intrecciano Scienze (Science),
Tecnologia (Technology), Ingegneria/progetta-
zione (Engineering) e Matematica (Mathematics).
In altre parole, undici progetti STEM e, come si
vedrà, anche STEAM o STREAM quando entra-
no in gioco la creatività (Arts) e la lettura o in ge-
nerale delle attività linguistiche (Reading).
Questa è la proposta della Sezione “Progetto
STEM” del volume, che intende essere il punto di
partenza per attività didattiche operative che privile-
gino l’interdisciplinarità e promuovano nei bambini lo
sviluppo di competenze trasversali.
Perciò, prima di entrare nel dettaglio di ciascun progetto, mettiamo
a fuoco obiettivi e metodi del lavoro con le STEM, con l’aiuto di alcune domande-chiave.
“Perché parliamo di STEM, anziché mantenere distinte le diverse
discipline?”
L’utilizzo dell’acronimo STEM non è una novità recente: infatti, risale a più di venti anni fa,
quando nel 2001 fu coniato dalla biologa statunitense Judith Ramaley durante il suo in-
carico presso la National Science Foundation, ente governativo degli Stati Uniti d’America.
Già da qualche tempo si stava affermando il termine SMET, ma la scienziata suggerì
STEM non solo perché riteneva che “suonasse meglio” (in inglese, inoltre, stem significa
fusto, tronco, e dà l’idea di qualcosa di forte, unitario, radicato e al tempo stesso desti-
nato a svilupparsi, fiorire), ma anche perché, come lei stessa scrisse, “il vecchio termine
sembrava implicare che scienze e matematica fossero più importanti delle altre, mentre la
nuova denominazione suggerisce una connessione tra le discipline più significativa.”.
Quella parola che riuniva in sé diverse discipline permetteva di individuare un approccio
didattico attento più a promuovere lo sviluppo di nuove forme di pensiero che a im-
partire nozioni.
Le radici di tale impostazione sono molteplici e affondano nella pedagogia costruttivi-
sta dello psicologo svizzero Jean Piaget (anni Cinquanta del XX secolo), nel successivo
costruzionismo del matematico e informatico sudafricano Seymour Papert e in alcune
correnti culturali come quella dei makers, diffusasi intorno ai primi anni Duemila soprat-
tutto negli Stati Uniti d’America e in Germania: essa coniuga la realizzazione fai da te di
oggetti mediante l’uso della tecnologia (come le stampanti 3D) con la sperimentazio-
ne, l’apprendimento tra pari, la condivisione delle conoscenze e degli strumenti.
In questa Guida, inoltre, ci interessa evidenziare come un simile approccio sia riconosciuto
e previsto anche a livello normativo. Come si legge nel documento del MIUR Atto di in-
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