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Didattica d’aula




               Ciò non significa che i bambini potranno trascurare il proprio progetto, concludendolo in
               modo approssimativo e senza la necessaria attenzione perché “andrà bene comunque”.
               Al contrario, l’autovalutazione è parte integrante del lavoro STEM: è il momento in cui
               l’alunno prende consapevolezza di ciò che più lo ha interessato, della espressione delle
               proprie attitudini, delle sue difficoltà e anche di eventuali lacune disciplinari.
               A tale scopo, la pagina 96 del volume presenta una traccia per l’autovalutazione che
               riguarda l’intera esperienza nel corso dei due anni, ma le riflessioni in essa contenute si
               prestano a essere condotte anche al termine di ciascun lavoro.





                               “Tecnologia, Ingegneria... Queste discipline rendono necessario l’utilizzo
                               di materiali specifici, difficili da reperire o costosi?”


               ●
               Non necessariamente! Infatti, si è scelto di proporre progetti facilmente accessibili per
               reperibilità e basso costo dei materiali.
               Effettivamente, in rete e su molti libri dedicati alle discipline STEM, vengono spesso pre-
               sentate delle attività che coinvolgono l’uso di circuiti elettrici, piccoli robot, ingranaggi,
               tubi luminosi e così via, per progetti che probabilmente risultano “di grande effetto” e
               certamente utili per approfondire alcuni concetti specifici, soprattutto della tecnologia
               e dell’informatica.

               Tuttavia, nel volume si è ritenuto che gli obiettivi del lavoro si possano raggiungere con
               attività più semplici, ma alla portata di tutti e perciò più “rassicuranti” per alunni e
               insegnanti: ognuno potrà comunque mettere in campo le proprie competenze e scoprirne
               di nuove.

               Inoltre, l’utilizzo di materiali di recupero aggiunge valore ai progetti, perché sensibiliz-
               za la classe ai temi del consumo delle risorse, come previsto dall’Agenda 2030 (Obiet-
               tivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo).





                               “La parola tinkering viene citata spesso, quando si parla di operare
                               con le STEM: a che cosa si riferisce?”

               ●
               Il termine inglese tinkering significa “armeggiare, trafficare” e, nell’ambito della didattica
               STEM, descrive le attività di pura esplorazione degli oggetti, dei materiali e degli attrezzi
               (che per tale scopo devono essere veri e non giocattoli di plastica).

               A volte, esso è utilizzato come sinonimo del lavoro con le STEM: in realtà, il tinkering può
               costituire una parte di un singolo progetto oppure rappresentare una fase preliminare
               che avvicina la classe all’operatività con un approccio divertente ma, al tempo stesso,
               istruttivo e responsabilizzante. Infatti, risponde alle domande Come è fatto?, Come fun-
               ziona?, Che cosa posso fare con questo elemento? e guida l’alunno a scoprire le proprie
               possibilità di manipolazione, di osservazione, di formulazione di ipotesi e di registrazione
               dei dati.

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