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Didattica d’aula
Infatti, ancora una volta si tratta di un’attività apparentemente semplice, ma che può essere
declinata secondo differenti punti di vista ed eseguita con materiali diversi.
Per esempio, si può: puntare l’attenzione sul raggiungimento della massima altezza (an-
che se la struttura è un po’ “pericolante”) o sulla massima stabilità; sovrapporre cilindri di
carta oppure creare un telaio di spaghetti tenuti insieme da caramelle gommose o, come
nel volume, di stuzzicadenti e palline di plastilina; costruire una torre costituita di unità
regolari o erigere una struttura verticale bizzarra; stabilire un tempo massimo di ese-
cuzione o contare per quanti secondi la torre è in grado di sostenere un oggetto piccolo
e leggero, prima di crollare.
Il progetto indaga quale forma geometrica renda più stabile l’intera struttura. Si può ini-
ziare con un’attività preliminare di costruzione di poligoni regolari (parallelogrammo,
triangolo, rettangolo...) usando stuzzicadenti e palline di plastilina, per verificare quali si
deformano e quali no: l’obiettivo di ipotizzare che il poligono indeformabile (il triangolo)
sarà l’unità strutturale che, ripetuta più volte, assicurerà la migliore stabilità alla torre.
Il lavoro può essere approfondito dall’osservazione di ponti, torri o altri edifici basati sul
triangolo, come i due esempi delle fotografie a pagina 77 del volume. Si può sottolineare
che questa forma geometrica non solo resiste alla deformazione, ma consente una di-
stribuzione uniforme del peso lungo la struttura.
Possiamo aggiungere che ciò vale in particolare per il triangolo equilatero e per quello iso-
scele, che sono simmetrici. Per concludere, un ottimo esempio sono le piramidi d’Egitto,
delle quali possiamo proiettare un’immagine: basate su triangoli equilateri, dimostrano la
propria stabilità da più di 4000 anni.
CONCETTI-CHIAVE Geometria: il triangolo, la simmetria.
“Racconta... in stop motion!” (pagina 78)
La proposta intreccia l’aspetto tecnologico (sperimenta-
re la particolare tecnica video dello stop motion), il tema
ambientale (riflettere sul processo di produzione di un og-
getto e sul consumo di risorse naturali) e la dimensione cre-
ativa (individuare una modalità originale ed efficace per
rappresentare la storia).
È possibile che molti alunni ritengano di avere già una sufficiente dimestichezza con la
realizzazione di un video, dato che ormai un semplice smartphone rende immediato “gi-
rare” qualsiasi scena.
Mediante tale progetto, tuttavia, essi potranno acquisire una maggiore consapevolezza,
perché per una buona riuscita dovranno prestare attenzione alla pianificazione della
storia, al preciso posizionamento della macchina fotografica, ai giusti spostamenti
dei diversi elementi e così via.
In ogni caso, per avvicinarsi gradualmente all’attività, si può iniziare con la visione di uno
stop motion tra i numerosi reperibili in rete, in modo che tutti possano familiarizzare con
questo tipo di prodotto e avere chiaro l’obiettivo finale.
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